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Aldo Morelli è nato, cresciuto e vive a Torino. In questa rubrica, tuttavia, ci finisce comunque, perché la Torres, si sa, è spesso una questione di famiglia.

“Nel 1978 ero in vacanza in Sardegna – racconta – e a Santa Teresa ho incontrato quella che sarebbe diventata mia moglie, una bellissima donna sassarese”.

La signora  in questione ha un papà, oggi quasi novantenne, nonno Silvano, che la Torres la segue da tutta la vita: “Praticamente da quando ci siamo sposati, dagli anni 80 in poi, la Torres è entrata anche nella mia vita grazie a mio suocero. “C’è stato un periodo che davano la Torres su una piattaforma on line, allora guardavo la partita della Juventus in tv e contemporaneamente seguivo quella della Torres sul computer. Le nostre visite in Sardegna, quando si capitava la domenica,  sono state sempre caratterizzate dalle partite della Torres”.

Il rito, comune a tanti sassaresi, era sempre lo stesso: “Il ricordo di quelle domeniche è uno dei più cari perché era una giornata scandita da ritmi ormai certi; nulla avrebbe fermato una passione così contagiosa. La stessa che tutt’oggi mi porta a seguire l’andamento della squadra. Intanto si sapeva già tutto dal calendario, e spesso le visite erano programmate in funzione delle gare. Poi si pranzava molto presto, orari più nordici che sardi, e si finiva molto presto, tanto che le donne di casa ci portavano il caffè praticamente sulla porta, quando eravamo già in procinto di uscire. Poi, insieme a mio suocero e mio cognato, anch’egli torresino, da via Fermi, dove si trova tuttora la casa di famiglia, si saliva tutti insieme, a piedi, verso l’Acquedotto”.

I ricordi, come sempre, sono personali flashback di situazioni vissute in quello stadio: “Io ho indelebile l’immagine di una rabona di Roccotelli per la testa del centravanti, Galli, che segnò contro il Foggia. Non mi ricordo l’anno ma sono certo che i tifosi di quell’epoca sanno di cosa parlo. Un gol bellissimo che mi sembra di poter rivedere nella mia testa come se fosse ieri. Quel giorno vincemmo”.

Nonno Silvano (ex arbitro negli anni ‘50), che in seguito ha coinvolto nel rito domenicale anche il nipotino Andrea (foto), le gradinate della tribuna dell’Acquedotto continua a salirle ancora oggi e può vantarsi di essere uno degli abbonamento storici rossoblù: “Domenica scorsa eravamo insieme, abbiamo seguito la partita grazie ad internet e alla fine ci siamo guardati delusi per il risultato. Abbiamo vissuto sugli spalti le stagioni della serie C, la vittoria del campionato, gli anni di Zola. Oggi è difficile confrontarsi con un campionato regionale ma questo non ci impedisce di interessarci allo stesso modo alle sorti della nostra squadra”.

E se la Torres è proprio una cosa di famiglia, come in tutte le famiglie, non mancano gli screzi: “Quello che mi ha sempre colpito della sua passione è il fatto che sia stata sempre accompagnata da giudizi feroci! Anche quando la squadra vinceva 5-0 lui aveva sempre da ridire o, andando bene, sottolineava che era stata l’altra squadra ad aver giocato male. Si è sempre lamentato, sempre, anche nelle stagioni più brillanti, o dopo partite che erano state dominate; lui la Torres la critica ma la ama, allo stesso modo”.

 

 

 

Silvano Costini – tifoso della Torres

Aldo Morelli con il suocero Silvano

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