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Sarà come azionare la macchina del tempo. Quando i giocatori percorreranno il tunnel degli spogliatoi e saliranno i gradini che portano al terreno di gioco, per un attimo i colori saranno più sbiaditi o addirittura in bianco e nero, come le fotografie che ci raccontano l’epoca in cui la Torres indossava quella maglia.

Per onorare i 115 anni di vita del sodalizio rossoblù, la società ha deciso di fare un tuffo nel passato e ricordare simbolicamente tutti gli atleti che hanno indossato la casacca torresina, vestendo l’attuale squadra con la divisa utilizzata dai loro predecessori decine di anni fa. E’ un modo per ribadire quanto lunga sia la storia di questo club che con quei due colori ha fatto innamorare generazioni di sassaresi. L’intento, seppur per una sola domenica, è di far rivivere ai tifosi più datati l’emozione che gli procurava la vista di quei completi da gioco nella loro gioventù.

E’ soprattutto ad essi che ci si vuol rivolgere, ai meno giovani che hanno conosciuto altre epoche, nelle quali il pallone che rotolava all’Acquedotto era l’unico calcio che si poteva vedere, appassionando l’intera città, quando i calciatori erano prima di tutto uomini, apprezzati da tutti per il loro attaccamento e per la dichiarata fedeltà alla maglia. La Torres di oggi è più giovane, formata più da ragazzi che da uomini ma il loro legame nei confronti dello stemma che portano orgogliosamente sul petto è davvero forte.

La scelta sulla maglia che potesse meglio rappresentare l’ultracentenaria storia torresina è ricaduta su quella utilizzata nella stagione 1962/63. Un’annata che non è legata a nessuna vittoria particolare, in quel campionato di serie C i rossoblù si collocano infatti in sesta posizione. Era una squadra nella quale erano presenti ben tre giocatori che, per partite giocate, figurano tra i primi cinque nella classifica delle presenze di tutti i tempi: Marzio Lepri, Alì Fogli e Sergio Sabattini. Tre colonne che hanno lasciato ricordi indelebili nelle menti della tifoseria sassarese. Di quella Torres facevano parte anche altri atleti straordinari come il portiere Salvino Biagi, il terzino Michele Colusso, il mediano Mario Cavallini e gli attaccanti Primo Galasi e Giovanni Currarini, giusto per citare alcuni pezzi da novanta.

Ma qual è stato quindi il motivo che ha portato a scegliere proprio la maglia di un’annata poco memorabile dal punto di vista del risultato sportivo? Si potrebbe pensare al fatto che sia una tenuta da gioco emblematica, perché legata ad una famosa fotografia nella quale fu immortalato Marzio Lepri che va in gol (immagine utilizzata quest’anno come sfondo degli abbonamenti). Il motivo è invece un altro: quella della stagione 62/63 è la prima maglia nella quale è stato inserito lo scudetto con le croci e le torri, simbolo che tutt’ora campeggia sul petto dei nostri giocatori.

Mai in precedenza era stato utilizzato.

Per decenni, quasi sempre, la casacca non presentava altro che i colori sociali, nessuno stemma identificava la società. Rare eccezioni si erano avute tra gli anni Venti e Trenta, quando nelle divise era comparso (oltre al più conosciuto simbolo con le lettere SEF e T accavallate) lo scudo sabaudo oppure una stella rossa a cinque punte che all’interno conteneva un piccolo cerchio con i quattro mori.

Una curiosità sulla maglia della stagione prescelta è data dal fatto che il campionato precedente (1961/62) la Torres avesse la stesso completo. E’ verosimile pensare che, visto che in quell’epoca non c’era la possibilità di rinnovare le divise ogni anno, quelle della stagione 62/63 fossero le stesse, alle quali era stato aggiunto lo scudetto al centro della banda rossoblù.

Realizzate a mano e con il cuore

Tutto è nato sfogliando l’album dei ricordi, guardando vecchie foto è scattata l’idea di festeggiare i 115 anni della Torres facendo indossare ai giocatori una maglia celebrativa che ripercorresse la storia del club. Si è scelto tra le decine di modelli utilizzati in oltre un secolo, poi si è passati alla fase più complicata: la realizzazione.

«Sono sempre stato affascinato dal calcio vintage ed anni fa ho iniziato col vendere maglie storiche realizzate da aziende estere, notavo però che spesso le riproduzioni non erano fedeli e poi c’era sempre il cliente che cercava un articolo non presente nel catalogo e mi dispiaceva non poterlo accontentare. Da qui è nata l’idea di mettermi in gioco, io e la mia macchina da cucire». Così Paolo Grechi della Sartoria Sportiva di Milano che sul progetto Torres aggiunge: «Dico sempre che il cliente comanda ed io eseguo fedelmente le richieste, stavolta però è stato più bello perché mi interfacciavo con persone appassionate, difficilmente trovo dei folli come me che curano in maniera maniacale ogni dettaglio e poi fare un lavoro direttamente per una società importante è davvero gratificante. Lo scorso anno ho fatto qualcosa di simile per i 108 anni del Pisa, per loro ho riprodotto la maglia del 1959. In quell’occasione però i giocatori scesero in campo con quella casacca ma prima del fischio d’inizio la scambiarono con una versione moderna in poliestere. La Torres invece ha fatto una scelta diversa, le maglie storiche verranno indossate anche per la gara. Questo, oltre a rendermi orgoglioso, mi ha fatto modificare alcune fasi della lavorazione, in particolar modo ho dovuto rinforzare tutte le cuciture perché ovviamente in partita le divise possono essere tirate e c’è il rischio che si strappino».

 

L’ASTA DI BENEFICENZA con “Mariangela Pinna” Onlus

Le divise da gioco realizzate per i 115 anni della Torres saranno messe all’asta e i proventi saranno interamente devoluti all’Associazione di Oncoematologia “Mariangela Pinna” Onlus. Una scelta dettata dal cuore e dall’esigenza di promuovere un progetto di così alto profilo sociale utilizzando il canale della passione dei tifosi torresini sparsi in tutto il mondo. Una passione che si trasforma in generosità per un prodotto a tiratura limitata e di altissimo profilo. Un cimelio da conservare gelosamente e acquistato per una giusta causa.

L’asta si terrà martedì 24 aprile all’Hotel Il Vialetto. I dettagli su orari e sulle modalità di partecipazione (anche per chi si trova fuori Sassari)  saranno comunicati nei prossimi giorni.

L’Associazione “Mariangela Pinna” Onlus nasce nel 1992 in ricordo del giovane medico volontario presso l’Oncologia Medica.  Si occupa di assistenza ai malati oncologici grazie alle attività extra ospedaliere, organizza riunioni e visite di psicoterapia sia individuali che di gruppo; istituisce Borse di Studio per il potenziamento del Servizio di Psico-oncologia e il potenziamento dei laboratori (sport, cucina, estetica, musica etc). Promuove incontri con le scuole per parlare di prevenzione dei tumori giovanili, ha un servizio di informazione, prestato dalle volontarie in D.H./ambulatorio,  sui diritti del paziente oncologico, sui percorsi diagnostici e le attività della Associazione (P.I.S. Punto Informativo di Supporto).

L’impegno maggiore è quello di cofinanziare la costruzione del nuovo DH-Ambulatorio di Oncologia che consentirà di accorpare tutto il personale sanitario (Medici, Infermieri, OSS, Psicologi, etc) in un’unica Struttura offrendo ampi locali per le visite, terapie e sale di attesa. L’Associazione si farà anche carico di “raccogliere” donazioni che arriveranno da Enti Pubblici, Associazioni, Fondazioni, Privati, etc onde contribuire in modo importante all’acquisto degli arredi interni e alla dotazione di tecnologie avanzate (informatizzazione, reti dati, videosorveglianza, etc) che consentano di monitorare tutti i trattamenti somministrati del nuovo DH-Ambulatori.

 

 

 

 

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