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Se ne è andato a 72 anni Ezio Vendrame, ex rossoblù tutto genio e sregolatezza ma dal talento straordinario, per molti inespresso fino in fondo, a causa di un carattere ribelle e anticonformista.

Istinto puro, definito presto il George Best italiano, per l’aspetto beat e un atteggiamento sempre sopra le righe, Vendrame approdò alla Spal, in serie A, all’età di 19 anni, nel 1967.

Partite e allenamenti, però, non facevano per lui. La dirigenza ferrarese volle spedirlo nelle categorie inferiori per farsi le ossa e tentare di “raddrizzare” quel giovane che agli impegni sportivi preferiva la poesia del calcio e una vita di passioni ed eccessi.

Dalla serie A, senza aver mai esordito, alla serie C.

Vendrame arrivò a Sassari nella stagione 68/69 “per punizione”, come scrisse lui stesso nella sua autobiografia.

A Sassari non cambiarono le sue abitudini.

Fu compagno di altri giocatori di talento come Morosi e Dettori; quest’ultimo, autore del libro “Un pallone lungo 60 anni” dedicato ai suoi anni rossoblù, ricorda così il calciatore -poeta: “Era un ragazzo apparentemente fortissimo ma che non amava le regole ed era un pelandrone.  Per le qualità che aveva avrebbe dovuto rappresentare l’uomo in più per farci vincere il campionato ma in realtà non si impegnava, anzi spesso si provocava spasmi per non allenarsi e se il giovedì gli vedevamo fare cose spettacolari poi la domenica spariva dal campo”.  

Nella squadra dell’allora mister Colomban giocò da trequartista 11 gare siglando anche un gol, nell’1-3 alla prima gara di campionato sul campo del Viareggio.

Ma quale fu la miglior prestazione di Vendrame in rossoblù? : “Ho un ricordo bellissimo – continua Dettori – di un’amichevole pre campionato ad Arezzo. Fu una notturna e lui fece una partita strepitosa, tanto da incantare pubblico e avversari in campo con delle giocate di classe sopraffina. Addirittura alla cena tra le due squadre, dopo quella gara, il presidente dell’Arezzo chiese di poterlo acquistare. Ma il nostro presidente, Bravetti, non accettò. Vendrame era croce e delizia, non amava l’agonismo, preferiva le donne a tutto il resto. Un vero peccato, perché le sue qualità erano chiarissime”.

Durante quell’anno in rossoblù svolse anche il servizio militare alla Compagnia atleti di Roma e dovette viaggiare spesso. L’ultima parte di stagione il mister rinunciò definitivamente a lui : “Vendrame era contrario alle regole – conclude Dettori – se lo lasciavi fare si divertiva ma se gli dicevi dove mettersi in campo lui faceva all’opposto e per Colomban era inaccettabile”.

Dopo Sassari l’anno successivo andò al Siena. La sua carriera esplose con l’esordio nel 1971 in Serie A con il Lanerossi Vicenza e poi il passaggio al Napoli anni dopo. Poca gloria per lui e poi il ritorno in serie C e il ritiro nel ‘77.

Lasciato il campo, e dopo una breve parentesi da allenatore,  si dedicò alla scrittura e alla poesia pubblicando libri nei quali vita e calcio si fondono in un pensiero mai banale e sempre di assoluta attualità.

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