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Cosa ha a che fare la Torres, con i suoi giocatori provenienti da tutta l’isola, dalla penisola e dall’estero, con i ritratti dei Giudici di Torres conservati ed esposti nella Pinacoteca nazionale di Sassari, in Piazza Santa Caterina? Tanto, più di quanto si possa immaginare.

La visita odierna dei rossoblù, accompagnati dal tecnico Tortora, dal presidente Sechi e dal vice Carboni, è stata una lezione di storia della Sardegna che ha fatto immergere nel clima delle lotte di potere tra i capi di sopra e di sotto, nel mondo in cui la creazione di miti e di leggende, in ambito laico o religioso, potevano essere il tramite per una maggiore o minore influenza nelle vicende politiche dell’epoca seicentesca, in cui sono stati realizzati i dipinti.

Un viaggio a ritroso per conoscere le origini della città e per capire l’evoluzione che questa ha avuto nel corso dei secoli, con le sue vicende di conflitti interni all’isola e di ricerca di autonomia, con il suo percorso di crescita culturale e con le sue peculiarità date da storia, territorio e tessuto sociale.

Ad accompagnare in questo viaggio è stato il dott. Paolo Cao, direttore dell’Archivio comunale di Sassari, che ha introdotto i rossoblù nella storia dei sovrani di Torres che hanno governato tra il 1100 e il 1250, alcuni ritenuti non attinenti alla realtà storica e tutti raffigurati con vesti non certo fedeli allo stile dell’epoca medioevale.

“La Torres è la squadra della città di Sassari – ha osservato il dott. Cao – ed è sempre vivissima nell’immaginario di questa comunità. Oggi abbiamo fatto conoscere ai giocatori un po’ di vicende del passato e anche qualche aneddoto relativo alle rivalità, un tempo solo politiche ed economiche, radicate e ben documentate, che hanno sempre caratterizzato la storia della Sardegna”.

La carrellata di volti solo di recente riportata all’attenzione grazie all’opera del funzionario responsabile Storico dell’arte della Pinacoteca Nazionale, Giannina Granara, è stata di recente oggetto di una conferenza sui Giudici Turritani e la mostra, allestita nei bellissimi locali inaugurati nel 2001, dopo il restauro degli storici locali che avevano ospitato il Convitto Nazionale Canopoleno, è oggetto di grande curiosità da parte degli addetti ai lavori ma anche dei tanti appassionati di storia e cultura cittadina.

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