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Martino Zaccheddu è stato portiere della Torres tra gli anni ’60 e ’70 con oltre 200 presenze in rossoblù. L’abbiamo intervistato per il nostro Match Day Programme Forza Torres.

 

A 16 anni si è trovato a difendere la porta del Macomer, squadra della città natìa “Perchè il portiere titolare non era arrivato da Sassari causa sciopero dei treni”. Inizia così, con un aneddoto che ci rimanda al calcio di un tempo, il ricordo del portiere classe 1943 Martino Zaccheddu che, nel riannodare i fili di una storia lunghissima, segnata da questa prima volta inaspettata tra i pali, ripercorre le tappe dell’incontro fortunato con la Torres: «La prima volta è stata nel marzo del 1964, avevo 19 anni, me lo ricordo bene, era un Torres – Pisa 1-0, vincemmo grazie ad un gol di Marzio Lepri. Allora era difficile poter giocare e davanti a me c’era anche un gran portiere Salvino Biagi, uno dei migliori visti a Sassari. In panchina mister Allasio, facemmo un bel campionato, sfiorammo la B. L’anno successivo sono passato a Tempio e poi sono tornato e rimasto a Sassari fino al ‘68». Poi la parentesi in C1 a Prato: «L’allenatore era Bearzot, un uomo che aveva fama di cattivo ma in realtà non lo era affatto, imparai molto lì e poi c’era il preparatore dei portieri, cosa che a Sassari non avevamo mai avuto».

Dopo il rientro in rossoblù (69/70) e una successiva parentesi a Thiesi, Zaccheddu torna  nuovamente a Sassari fino al giugno del ‘76. In totale oltre 200 presenze, certificate da una medaglia consegnata dalla Società. Se diciamo Torres cosa le viene in mente? «Tante cose. Innanzitutto lo stadio era nostro, cioè, della Società, ma  era come casa, avevamo anche la nostra palestra. Il campo era un biliardo e ci allenavamo lì tutti i giorni. Poi ricordo le trasferte che allora duravano 10 giorni, ci abbinavano due partite insieme e stavamo in ritiro insieme dal venerdì al lunedì successivo. Ho ricordi di campi importanti di Perugia, Cremonese, Pisa».

Oggi a chi pensa con affetto di quel periodo? «Io ho ancora un rapporto bellissimo con Paolo Morosi, con cui ho condiviso  tanti anni in campo e con cui sono rimasto legatissimo. Ma ho bellissimi ricordi di Costanzo Dettori, Enzo Gavini e Mario Valeri, con quest’ultimo spesso ci ritroviamo ancora. Ricordo una persona meravigliosa come Marzio Lepri che nell’anno del mio esordio finì di giocare. Un padre per tutti noi, un uomo esemplare».

L’angolo dei ricordi oggi è su una parete in campagna: «Perchè mia moglie mi ha chiesto di non mettere tutto in casa! Ma sto qui e ogni tanto qualcuno viene a trovarmi e gliela mostro».  Tra foto e magliette appese si ripercorrono i giorni di una storia sportiva non sempre benevola, e non manca la critica su quello che è stato il recente passato:  «Mi è dispiaciuto molto vedere tutto quello che è successo negli ultimi anni, non seguo più come prima anche se mi interesso di cosa fa la Torres. Vorrei che le cose andassero bene».

Nel corso degli anni la storia sportiva si è fatta di famiglia, due figli calciatori, di cui uno portiere (Luca) e uno che ha vestito, con successo, la maglia della Torres (Tony).

Per Zaccheddu  il ritiro dai campi di calcio è stato alternato a nuovi rientri: «Dopo il ‘76 ho perso di vista la Torres e sono stato altrove, tra Alghero e Castelsardo dove allenavo e dove sono dovuto tornare in campo per necessità, prima di lasciare definitivamente».

Poi è iniziata la carriera da vigile urbano a Sassari: «Mi sono dimenticato di dirle che ho fatto parte della nazionale Italiana delle Polizie». Perchè si sa, il calcio è sempre un richiamo fortissimo, anche tra i pali.

 

Albertosi e Zaccheddu

Zaccheddu e Valeri

Zaccheddu con Cuccureddu e Haller nel 1972

 

Carrarese – Torres 13/11/1966

Esordio in Torres – Pisa (marzo ’64)

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